Due napoletani a Firenze: l’imprenditore Luciano Cimmino e la diva del cinema Sophia Loren alla conquista della ristorazione nella – o meglio dalla – culla del Rinascimento. Si chiama Sophia original italian food il ristorante che il patron di Holding Pianoforte (con cui è arrivato ai quattro angoli del globo con i brand Yamamay e Carpisa), ha inaugurato in via de’ Brunelleschi. Si tratta del debutto per il format che il cavaliere intende replicare a catena, con vetrine a Napoli, Milano, Shanghai, Hong Kong e Dubai.
Il debutto di una diva
Se per la due volte premio Oscar Sophia Loren (nel ’62 per la Ciociara e nel 1991 alla carriera), l’ultima stella dell’età gloriosa di Hollywood, inserita al 21° posto dall’American Film Institute tra le più grandi attrici di sempre, questo è il debutto nel mondo della ristorazione con un insegna che ne porta il nome, in passato la sua immagine è stata associata spesso alla cucina tradizionale italiana, come attesta anche il libro di ricetta Recipes & memories pubblicato alcuni anni fa. L’attrice musa di molti registi tra cui il suo pigmalione e maestro Vittorio De Sica, ha infatti firmato un contratto che le garantisce rilevanti royalties in acconto.
“Questa avventura è la naturale evoluzione del mio modo di affrontare la vita con curiosità ed entusiasmo“, ha dichiarato la Loren. “Quando mi è stato proposto di partecipare a questo progetto non ho avuto dubbi perché questo ristorante racchiude in sé alcune delle cose che più amo: la cucina italiana, la convivialità e diversi dei miei personaggi sono legati proprio alla cucina”.
Solo Cimmino, azionista di maggioranza di Dream Food, di cui è anche presidente, poteva convincere la celebre conterranea a prendere parte a una impresa in cui sono coinvolti anche la famiglia Carlino (l’amministratore delegato della società è Carlo Palmieri) e gli altri soci di Pianoforte; Nicola Giglio, che ha aziende a Hong Kong; l’architetto Ivo Radaelli, che ha realizzato il layout del locale, e un manager milanese che preferisce rimanere defilato.
Urbi et orbi
Per un format che porta un nome così blasonato nel firmamento del cinema internazionale, la cucina non poteva che essere… firmata: in questo caso dallo chef Gennarino Esposito, che ha scelto anche la pasticceria di Carmine Di Donna e le pizze dal casertano Francesco Martucci (I Masanielli). I sottopiatti di Ernesto Tatafiore e gli arredi con profili dorati intendono evocare uno dei successi della Sophia nazionale: “L’oro di Napoli” girato nel 1954 da De Sica. Ristorante, pizzeria, caffetteria, american bar, il locale punta a conquistare i fiorentini e, in attesa del loro grande ritorno, i turisti.
Il cavaliere Cimmino è fiducioso: “Non è stato facile, ci stiamo lavorando dal 2014 (al progetto Sophia original italian food ndr) ma ci siamo riusciti. L’investimento è importante, a cavallo di 3 milioni. Gli addetti a regime saranno 40. E noi siamo pronti a conquistare, dopo Firenze, il mondo”.