“Un’inversione di tendenza si è messa in moto. I primi mesi del 2014 evidenziano il ritorno alla positività per i volumi del largo consumo” così Romolo de Camillis, direttore Retail di Nielsen Italia, durante il convegno “Quale futuro per la promozione delle vendite”, organizzato dalla società di marketing e rilevazioni con Università di Parma, in occasione dell’ultima edizione di Cibus, che si è svolta dal 5 all’8 maggio scorsi. La fiera internazionale dell’alimentare che si tiene a Parma ogni due anni si è chiusa non solo con un record di presenze ma con un duplice messaggio positivo per l’Italia: mentre cresce l’export del food tricolore, diversi segnali fanno presagire la ripresa dei consumi del mercato nazionale.
Ma andiamo con ordine: con il 12% di visitatori in più (67.000 le presenze registrate nei 4 giorni della kermesse), 2.700 aziende espositrici, 950 giornalisti accreditati, 12.000 buyer esteri (mille in più rispetto al 2012), la crescita della manifestazione emiliana è eclatante. Al successo di Cibus hanno contribuito anche aspetti congiunturali, come la leggera ripresa dei consumi interni nei primi mesi del 2014: considerando l’orizzonte temporale che va dal 2008 ai primi quattro mesi dell’anno in corso infatti, emerge come, dopo i segnali negativi registrati nel 2012 e 2013, il trend del Grocery a valore e il volume di vendite a prezzi costanti abbiano cominciato a risalire, rispettivamente dello 0,8% e dello 0,3%. I segnali dell’inversione di tendenza trovano conferma anche in altri indicatori: l’indice di fiducia misurato trimestralmente da Nielsen a livello globale attraverso la Consumer Confidence ha visto una lieve crescita (+1%) nel Belpaese rispetto al trimestre precedente.
Per cogliere appieno i frutti di questi cambiamenti, un ruolo centrale lo avrà EXPO 2015, l’esposizione universale milanese dedicata proprio ai temi dell’alimentazione globale. Le aziende italiane del settore avranno l’opportunità di partecipare all’evento nel padiglione “Federalimentare4Expo”, una struttura di 7.000 mq che verrà gestita da Federalimentare con la consulenza tecnica ed organizzativa di Fiere di Parma. Da uno studio presentato a Cibus risulta che il valore dell’export alimentare ha le potenzialità per passare da 26 a 70 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Se il nemico numero uno del made in Italy è la contraffazione che si nasconde dietro l’italian sounding di migliaia di prodotti che di italiano hanno solo il nome e i colori del packaging, molto dipenderà dal sostegno finanziario ed istituzionale alle imprese. Ebbene, su entrambi i fronti, nei giorni dell’happening parmense rassicurazioni e impegni sono arrivate e sono stati presi dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, e dal vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calende. Se son rose…