Dopo la chiusura di tre locali a Mosca (definita dalle autorità locali “provvisoria”), tra cui lo storico fast food in piazza Pushkin, l’agenzia russa per la sicurezza dei consumatori ha ordinato ispezioni a tappeto nei ristoranti di McDonald’s, emblema della cucina a stelle e strisce in tutto il mondo. E forse è proprio questa la vera colpa imputabile al colosso dell’hamburger made in Usa, vittima del crescente clima da guerra fredda tra l’Occidente, Washington in testa, e Mosca, a causa della crisi Ucraina.
Difficile infatti non collegare questi provvedimenti alla recente decisione del quartier generale dell’azienda di Oak Book di abbassare definitivamente le saracinesche a tre sue location in Crimea, penisola sul Mar Nero annessa dal Cremlino in violazione del diritto internazionale pochi mesi or sono. Stavolta le ispezioni riguardano i punti vendita di Big Mac in quel di Ekaterinburg, nella regione di Sverdlovsk, laddove, nell’agosto del lontano 1917, avveniva un fatto storico: l’eccidio della famiglia imperiale dei Romanov, imprigionata dopo la presa del potere dei bolscevichi.
Ma tornando alla cronaca, per l’agenzia di stampa Itar-Tass, i nuovi accertamenti arrivano a seguito di numerose lamentele dei clienti per la qualità dei prodotti (sic). Secondo alcune non meglio precisate fonti “federali” invece, i controlli sui McDonald’s sono conseguenza di un preciso ordine governativo: ecco perché i fast food hanno dovuto chiudere immediatamente, senza avere il tempo di realizzare, come da prassi in questi casi, le correzioni delle violazioni contestate, a seguito di un avviso emanato dalle autorità competenti.
La catena americana di hamburger, che in Russia ha all’attivo 435 ristoranti, di cui otto nella regione di Sverdlovsk, tutti concentrati proprio a Ekaterinburg, non pare essere intimidita dalla “ritorsione”, e conferma semmai il taglio nastro a nuovi locali a Omsk e Novosibirsk. Di più: Lenar Kutlin, direttore per lo sviluppo di McDonald’s nella grande Federazione euroasiatica governata dal presidente Putin, ha dichiarato a Itar-Tass che l’azienda dell’Illinois ha in programma di “arrivare fino in Siberia” nel 2015.