Dal Consiglio dei Ministri via libera alla riforma del Codice degli Appalti: stop alle procedure straordinarie, normato per legge il tema delle concessioni e rafforzato il ruolo dell’Anac.
In particolare, per quanto attiene alla ristorazione, secondo il ministro delle Infrastrutture Del Rio il massimo ribasso si applicherà ora solo in casi particolari, molto marginali. La scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa è fondamentale e normata all’interno del codice: il comma 3 dell’articolo 95 precisa infatti che sono aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, i contratti relativi ai servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, nonché i servizi ad alta intensità di manodopera e i contratti relativi all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, di importo superiore a 40mila euro.
Per quanto attiene alle altre disposizioni, le opere pubbliche da ora in avanti saranno scelte in base alla loro utilità e il rischio operativo sarà a carico del privato: lo Stato non è obbligato a riequilibrare gli investimenti. L’Autorità anticorruzione emanerà le linee guida e i contratti tipo per favorire semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità. Con il nuovo codice, inoltre, si potrà ricorrere a strumenti diversi dal contenzioso per risolvere le controversie, a cominciare dall’accordo bonario.
Sullo sfondo, va segnalato come, per semplificare, si passerà da 600 a 217 articoli: in un unico testo verrà non solo riformato il codice ma saranno recepite tre direttive europee.
Spero che durante il prossimo evento di ottobre venga affrontato seriamente dagli operatori della ristorazione collettiva e dalle organizzazioni di categoria, il tema bollente delle concessioni nei servizi di ristorazione scolastica, che rischiano di danneggiare seriamente il comparto