Via libera definitivo alla legge contro gli sprechi alimentari e dei farmaci. Con l’unanime plauso di Federalimentare, Federdistribuzione, Fipe-Confcommercio e del mondo del non profit, il provvedimento, che introduce anche una decisa semplificazione burocratica (donare diventa più semplice grazie alle disposizioni di carattere tributario e finanziario della legge), potenzia il ruolo del “Tavolo indigenti” del Ministero delle Politiche Agricole, che vedrà la partecipazione anche delle organizzazioni agricole insieme a enti caritativi, industria e grande distribuzione già rappresentate. Non solo: è previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti (prima tranche del piano complessivo di acquisti da 10 milioni); è istituito un Fondo presso il Mipaaf con dotazione di 1 milione di euro all’anno per il 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi (con il possibile coinvolgimento dei volontari del Servizio civile nazionale), allo scopo di limitare gli sprechi e impiegare le eccedenze, nonché promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili.
Inoltre, i comuni potranno incentivare chi dona con uno sconto sulla Tari e, in caso di confisca di prodotti alimentari, da oggi l’autorità può disporre la cessione gratuita con priorità all’alimentazione dei più bisognosi o, in seconda battuta, come mangime per animali. Infine, il Ministero della Salute potrà emanare linee guida per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo scarto legato alla somministrazione degli alimenti.
Il provvedimento è tanto più utile se si pensa che, come rilevato dalla FAO, un terzo del cibo prodotto viene gettato via o disperso nella filiera. Solo in Italia si sprecano 76 kg di cibo a testa all’anno. Conseguenza: finiscono nei rifiuti 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti e il loro smaltimento produce 170 milioni di tonnellate di CO2, spreco d’acqua e impoverimento del suolo. Ultimo dato: la coltivazione di cibo poi buttato occupa 14 milioni di km² di superficie. Se fosse un paese, sarebbe il terzo al mondo per grandezza dopo Russia e Canada.