Un pasto vegano al mese, diverse proposte vegetariane e un piatto ideato da uno chef famoso o esperto: ecco tre delle novità della sperimentazione del servizio di refezione scolastica che interesserà da settembre 40mila bambini delle scuole di Torino. Da allora entreranno infatti in vigore le nuove linee guida della ristorazione per le mense scolastiche introdotte dalla Giunta Appendino. Dopo i menu differenziati per fascia di età, per stagione, per orientamenti religiosi e culturali (a Torino sono 4mila i menu personalizzati), adesso si somministreranno piatti di origine vegetale, a base di ceci o lenticchie, ai bambini e ai ragazzi, dagli asili alle medie. Secondo Alberto Ritucci, responsabile della ristorazione scolastica del Comune piemontese, l’idea nasce dalla richiesta crescente da parte dei genitori di un menu a contenuto vegetariano e vegano. Si inizierà con un solo pasto vegano al mese ma non è escluso che per alcune fasce d’età possano aumentare i giorni.
Ritorno… al passato (?)
L’altra novità prevista è che nelle 180 cucine per i nidi e le scuole dell’infanzia e nei quattro centri di cottura per le scuole primarie e secondarie di primo grado, il personale seguirà una volta al mese la ricetta predisposta da uno chef. Ultima novità, che certo desterà polemiche, è la previsione di un “ritorno al passato”: in almeno due plessi scolastici individuati secondo i criteri di uno studio condotto nel 2017 in collaborazione con l’Università di Torino, il pasto sarà preparato dalla cuoca che cucina… a due passi dalla classe (ma anche quelle delle società di ristorazione sono delle cuoche, o no?…).