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Speciality coffee, evoluzione digitale e formazione a 360°: ecco tre dei trend emergenti nel variegato mondo del caffè. Che ora deve anche fronteggiare la sfida della sostenibilità

di Massimo L. Andreis

 

Chi lo consuma non o produce (o quasi): il 70% del consumo avviene lontano dai luoghi di produzione del caffè verde, con i primi due Paesi produttori che coprono il 53,7% del totale e i primi cinque il 72,7%. In particolare, i Paesi del Centro e Sud America rappresentano il 57,7% del totale mondiale, quelli aslatici/oceanici il 30,8%, il resto proviene dall’Africa. Il principale produttore mondiale è il Brasile, con il 34,8% del mercato: al primo posto nella produzione di Arabica (40,9%) è il secondo per la Robusta (27,8%). Segue il Vietnam con il 18,9% del totale, che, con il 39,1% della produzione di Robusta, è sul gradino più alto del podio per questa varietà, caratterizzata da chicchi rotondi e scuri e da un tasso di caffeina più elevato rispetto all’Arabica.

Comincia così una approfondita disamina sul mercato del caffè pubblicata sul numero di aprile di Ristorando, nella quale si evidenziano alcuni trend emergenti in questo mondo. Tra di essi, la diffusione degli speciality coffee, nei quali si sta specializzando ad esempio 1895 Coffee Designers by Lavazza, l’evoluzione digitale dell’offerta nel food retail, come dimostra il format 12 oz, e la formazione a 360° gradi rivolta, nel caso dell’Università del caffè di illy a coltivatori, trasformatori, baristi, ristoratori e consumatori finali.

Il mercato è poi alle prese con una grande inevitabile sfida, quella della sostenibilità. Una sfida che gli operatori del settore hanno accolto e rispetto alla quale si stanno attrezzando benché alcune misure a livello europeo rischiano di sostanziarsi come “fughe in avanti” pericolose per il mercato, come nel caso del nuovo regolamento europeo noto come EUDR, che sarà applicato in tutti gli Stati membri dell’UE, vietando…

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