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Illycaffè, protagonista nel mondo del caffè di alta qualità, festeggia un altro anno di crescita significativa, con un utile netto che segna un impressionante +67,2% rispetto al 2022 e un Ebitda in aumento del 18,6%. In un contesto segnato da complessità macroeconomiche e geopolitiche crescenti, l’amministratore delegato Cristina Scocchia esprime grande soddisfazione, sottolineando la strategia multipaese e multicanale che permette di gestire le sfide riducendo al minimo i rischi.

La crescita di illycaffè si basa su tre direttrici principali di investimento. Innanzitutto, c’è un forte impegno nel rafforzare il marchio attraverso criteri di qualità superiore e sostenibilità, utilizzando solo caffè verde arabica di altissima qualità e perseguendo l’agricoltura rigenerativa. In secondo luogo, c’è un’enfasi sulla crescita internazionale, con particolare attenzione agli Stati Uniti, che rappresentano il 70% del business complessivo, grazie anche alla collaborazione con Amazon e al successo nei canali HoReCa. Infine, la crescita multicanale rappresenta il terzo pilastro della strategia di illycaffè, con un aumento delle vendite online e nel settore della ristorazione anche in Italia.

Tra le sfide da affrontare, due emergono con particolare evidenza: il costo della materia prima e quello della logistica. Il prezzo del caffè verde è aumentato notevolmente negli ultimi tempi, ma illycaffè ha deciso di proteggere i consumatori mantenendo gli aumenti dei prezzi contenuti, in linea con la sua missione di società benefit. Per quanto riguarda la logistica, i costi sono aumentati principalmente a causa dell’effetto Suez, rendendo più oneroso il trasporto sia in Asia che in America.

Gli investimenti di illycaffè si concentrano anche sul potenziamento della capacità produttiva nel quartier generale di Trieste, dove avviene la tostatura dei chicchi di caffè provenienti da diverse parti del mondo. Questi investimenti, pari a 120 milioni su un totale di 270 milioni previsti nel piano strategico, mirano a consolidare la posizione di Trieste come centro nevralgico della produzione, garantendo alti standard qualitativi e contribuendo anche alla creazione di nuovi posti di lavoro tramite la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

 

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