Annata di magro per il foodservice elvetico: secondo i dati d’insieme elaborati da Gastrosuisse, organizzazione di categoria del mondo della ristorazione e dell’hotellerie svizzera, nel 2012 i clienti hanno chiuso il portafoglio, con un calo contestuale delle vendite nell’ordine del 2% imputabile sia alla situazione economica contingente che al cambio della divisa nazionale.
Tale contesto ha inciso sia sul consumo dei turisti che dei residenti, con una piccola ripresa nell’ultimo trimestre. Ogni cittadino elvetico si stima abbia destinato circa 2.988 franchi per pasti e bevande consumati fuoricasa (circa 2.450 euro), oltre metà dei quali per pausa pranzo.
Il risultato segue d’appresso quello del 2011, quando il comparto alberghiero e quello ristorativo avevano registrato un crollo delle vendite del 7%,, pari a 1,9 miliardi di franchi in meno, per una perdita di circa 10mila posti di lavoro.
Qualche buona nuova, invece, potrebbe giungere dal fronte dell’IVA, con la commissione del nazionale che sta valutando la domanda del mondo della ristorazione di poter beneficiare di un’aliquota ridotta del 2,5%, quella dei generi alimentari, contro l’attuale all’8%.
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