Il dialogo aperto tra Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, e TripAdvisor, il gigante dei commenti online generati e gestiti direttamente dai consumatori, sta producendo i primi frutti.
Dopo le prime scaramucce risalenti all’estate del 2012, si è arrivati a riconoscere che esiste un “mercato delle recensioni false” che danneggia i ristoratori. A seguito delle crescenti segnalazioni dei ristoratori, era scattata la richiesta di Fipe di incontrare i responsabili del sito di recensioni web. I quali hanno ammesso l’esistenza di agenzie fittizie di web-reputation, rivendicando peraltro l’assenza di alcun rapporto con le stesse, e ribadendo l’esistenza di filtri per frenare il fenomeno, mostrandosi altresì cauti sia rispetto alla richiesta di rinunciare all’anonimato da parte degli utenti, sia sulla possibilità di creare un sistema con cui dimostrare che il commento rilasciato è frutto di un’opinione personale.
Si tratta di una querelle che dimostra l’importanza ormai assunta dalla Rete, dai social e dai mezzi digitali, cui la ristorazione fa ricorso sempre più spesso per promuoversi e farsi conoscere a un pubblico più vasto di quello raggiunto con i mezzi pubblicitari tradizionali, ma che, se mal utilizzati, possono intaccare o provocare nocumento alla reputazione di un locale, senza che vi sia attualmente alcuno strumento per chiedere conto e far valere la responsabilità di chi, presumibilmente un concorrente, fraudolentemente ne mina il buon nome.