“Se la ristorazione nelle scuole diventa un servizio pubblico essenziale, che come tale va garantito, i Comuni non possono essere lasciati soli: né nel sostegno dei costi, né tantomeno di fronte a sentenze come quella di Torino sul pasto fai-da-te”. È quanto ha sostenuto in rappresentanza dell’Anci l’assessore alla Scuola e all’istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, , commissione agricoltura senatonel corso di una recente audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato relativa al Ddl n. 2037 che regolerà la ristorazione collettiva.
Bene dunque la definizione di linee guida per garantire la qualità della ristorazione collettiva, ma, secondo l’Associazione dei comuni italiani, è necessario “coinvolgere in questa discussione, insieme al ministero dell’Agricoltura e a quello della Salute, anche il ministero dell’Istruzione: solo così sarebbe davvero sancito il senso educativo e di lotta alle discriminazioni insito nella ristorazione collettiva nelle scuole, e che è parte integrante del Ddl”.
Passando poi alla vexata quaestio della facoltà introdotta con un noto provevdimento del Tribunale di Torino di consumare in mensa il pasto portato da casa, Palmieri ha ribadito la necessità che le amministrazioni pubbliche non siano lasciate sole “nel gestire le conseguenze di quella sentenza, a partire dai controlli necessari per garantire la salute di tutti i bambini: sono oneri che di certo non possono ricadere sulle spalle dei comuni. Occorre che chi di dovere dia tutte le indicazioni affinché vengano tutelati i diritti dei bambini e la loro salute”.
Tutto ciò in vista della definizione del servizio di ristorazione collettiva quale servizio pubblico essenziale, come previsto dal Ddl, che, se da un lato porterebbe al superamento dello scoglio del pasto “fai da te”, dall’altro espone le amministrazioni comunali ad oneri di spesa necessari a garantire il servizio di cui da soli non possono certo farsi carico in toto. Da qui il richiamo al coinvolgimento del ministero dell’Istruzione: “Non siamo disponibili a pensare che una legislazione nazionale sulla ristorazione collettiva non preveda il coinvolgimento di tutti i ministeri competenti affianco ai comuni”, ha concluso Palmieri il suo intervento.