Con un aumento del 10% delle vendite al dettaglio nel 2018 arrivate a quota 5 miliardi, gli alimenti biologici sono le vere star del carrello in Italia, grazie a una crescita della domanda ininterrotta da oltre un decennio: a dirlo è Coldiretti sulla base del rapporto della Commissione europea sull’agricoltura biologica.
L’organic food piace dunque sia ai consumatori del Belpaese così come a quelli europei: secondo i dati presentati durante l’ultima edizione di Biofach, la principale fiera del settore che si è svolta a Norimberga, le vendite al dettaglio di prodotti bio in Europa hanno superato i 37 miliardi di euro, con un aumento del 10,5% rispetto al 2016.
Ma il bio ha il vento in poppa in tutto il mondo: ha superato i 92 miliardi di euro il fatturato complessivo nel mondo di questo mercato, grazie a 2,9 milioni di produttori e 69,8 milioni di ettari coltivati con i metodi dell’agricoltura biologica.
L’Italia, con 1,9 milioni di ettari, è al secondo posto dopo la Spagna per estensioni coltivate a bio in Europa, a riprova del ruolo da protagonista del Belpaese, che vanta ottimi risultati anche sul fronte dalla produzione: nel Vecchio continenete, il Belpaese vanta il maggior numero di trasformatori (ben 18.000) ed è seconda solo agli Stati Uniti come valore dell’export di prodotti biologici, che nel 2017 ha sfiorato i 2 miliardi di euro.
Accanto alla grande distribuzione ed ai negozi specializzati, sono gli acquisti diretti dai produttori nelle fattorie, negli agriturismi e nei mercati contadini (come la rete degli agricoltori di Campagna Amica) a fare da volano alla crescita delle spesa nel comparto.
Sono infatti ben 2879 le aziende agricole italiane che vendono prodotti biologici, in crescita del 187% negli ultimi 15 anni mentre sono 238 i mercati bio, in aumento del 222% nello stesso periodo, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Biobank.
La crescita della domanda ha diverse ripercussioni: in primis ha spinto ad aumentare le produzioni, con l’Italia che è leader europeo nel numero di realtà che coltivano biologico grazie a una rete di 64.210 imprese su 1.795.650 ettari, secondo l’ultima rilevazione disponibile.
Ma la produzione interna non è sufficiente a coprire la domanda, di qui un import che ha raggiunto circa 150 milioni di chili di prodotti biologici, provenienti da Paesi fuori dell’Unione Europea, tra cui, non senza pericoli circa la congruità dei metodi di coltivazione adottati, la Cina: non a caso su un totale di 3.626 allarmi alimentari che si sono verificati in Europa ben 308 hanno riguardato prodotti provenienti dall’ex Celeste Impero, che si classifica al secondo posto dopo la Turchia secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rasff.