Recensioni false e no-show: ecco come la principale app di prenotazione online di ristoranti combatte due brutte abitudini a tutela di ristoratori e utenti. Anche grazie all’IA
M.L.Andreis
TheFork nasce nel 2007 in Francia per favorire una nuova relazione tra ristoratori e clienti. Da allora ha rivoluzionato il settore offrendo un nuovo modello, unico in Europa, che ha fornito il primo sistema di prenotazione online professionale ai ristoranti. Quella che era inizialmente un’agenda online per addetti ai lavori, si è trasformata nel tempo nella piattaforma di prenotazione dei ristoranti, con 55.000 ristoranti partner in 12 Paesi, di cui 20.000 in Italia, e 20 milioni di visitatori mensili.
Forte di quasi 40 milioni di download e più di 20 milioni di recensioni verificate nei mercati in cui opera, in Italia l’app riceve circa 150mila recensioni al mese. Una “potenza di fuoco” che, se da un lato rappresenta un valore aggiunto e/o un “deterrente” per i ristoranti del network che vengono prenotati e poi recensiti, dall’altro pone il problema della veridicità dei commenti stessi, come numerose notizie – che hanno di recente sconfinato nella cronaca nera – evidenziano.
Ecco perché abbiamo chiesto a Carlo Carollo, Country Manager Italia di TheFork, di spiegarci come funziona il sistema di controllo messo in campo dall’applicazione, dall’alto della sua posizione di primo piano nel sistema delle prenotazioni e di conseguenza delle recensioni online. Tra le altre cose, abbiamo scoperto così che il sito sta implementando anche forme di tutela rispetto al crescente fenomeno del no-show, la (brutta) abitudine di prenotare (magari per un bel numero di commensali) salvo non presentarsi o disdire all’ultimo. Vediamo come.
“Su TheFork riceviamo 150 mila recensioni al mese. Il voto medio dei ristoranti italiani si attesta intorno a 8,5 a dimostrazione della qualità dell’offerta della piattaforma”, esordisce il manager. Che aggiunge… leggi l’articolo su Ristorando di marzo qui.