Si tratterebbe della più importante cessione d’impresa nel mercato europeo dai tempi del crollo dei Lehman Brothers nel 2008: Elior potrebbe a breve cambiare assetto societario. Dopo la presa di posizione dell’azionista di maggioranza Charterhouse Capital Partners (62,3%), che a novembre annunciò l’intenzione di cedere le sole attività di ristorazione collettiva, la palla è passata nelle mani degli adviser (Credit Agricole, Hsbc e Rothschild), senza disdegnare l’ipotesi di vendere il “pacchetto completo”.
A quattro mesi di distanza, secondo indiscrezioni raccolte dal Financial Times, ci sarebbe già una cordata (composta dalla investment bank britanniche BC Partners e CVC Capital Partners) disposta a presentare un’offerta da 3,5 miliardi di euro, inclusiva della copertura dell’esposizione finanziaria; e non si esclude che a breve possano giungere manifestazioni d’interesse anche da parte di The Blackstone Group o di Clayton, Dubilier & Rice.
Charterhouse Capital Partners ha acquisito il colosso transalpino nel 2006 a fronte di una valutazione d’impresa da 2 miliardi di euro; assieme ai suoi rappresentanti nel board del gruppo siedono anche quelli di BIM, cassaforte di famiglia del co-fondatore Robert Zolade (24,7%), di Chequers Capital (7,8%) e di altri investitori minori (5,2%). Fondata nel 1991 da Francis Markus e Robert Zolade, Elior ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale a settembre 2012 con un fatturato di 4,2 miliardi di euro e un EBITDA di 362 milioni.
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