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W3_asOrZ“I soliti tagli lineari” non ha fatto sconti Carlo Scarsciotti, presidente di Angem, al Governo italiano, commentando i contenuti del Decreto IRPEF che l’esecutive si appresta a varare.

E c’è di peggio: “Con il parere negativo espresso su un emendamento che prevedeva l’esclusione per le derrate alimentari dai tagli del 5% previsti dal provvedimento, Governo e Parlamento perdono l’occasione per ribadire la centralità della nutrizione per le fasce più deboli della popolazione. Alla vigilia dell’Expo, il cibo, più che energia per la vita, viene considerato alla stregua di un qualsiasi prodotto di cancelleria” ha rincarato la dose il massimo rappresentante dell’Associazione Nazionale delle Aziende della Ristorazione Collettiva, a parere della quale è fondamentale prevedere una “eccezione alimentare” rispetto ai possibili tagli dei contratti in essere per la fornitura di beni e servizi alle amministrazioni pubbliche. O, quanto meno, l’obbligatorietà della rinegoziazione delle condizioni contrattuali – e non la semplice facoltà – che potrebbe portare a riduzioni anche superiori al 5%, a tutto danno di un comparto in Italia vale 6,2 miliardi di euro (dato 2013) e occupa 80mila dipendenti, di cui circa l’80% donne, erogando 1,6 miliardi di pasti all’anno.

Inutile dire che, se approvato, un taglio lineare del 5% comporterebbe gravi ripercussioni sulla qualità della nutrizione e della sicurezza alimentare delle materie prime, il cui costo rappresenta circa il 35% di quello complessivo del pasto, e sul numero del personale impiegato dalle aziende della ristorazione collettiva (il costo delle maestranze impatta per oltre il 50% su quello del pasto). “Il fatto poi che la norma preveda la facoltà, non l’obbligo, delle parti di rinegoziare il contenuto del contratto farà sì che le aziende ci penseranno due volte prima di stipulare un contratto con un’amministrazione pubblica italiana”, ha proseguito Scarsciotti.

Nondimeno, il settore della ristorazione collettiva condivide la necessità dei risparmi da parte della PA e si è messa più volte a disposizione di Governo e Parlamento per individuare quegli aspetti sui quali si può effettivamente razionalizzare la spesa. “Dobbiamo avere il coraggio di tagliare il superfluo, le mode e di utilizzare le risorse per contribuire davvero a ‘nutrire il pianeta’, in linea con lo slogan dell’ormai prossima Esposizione Universale di Milano”, ha chiosato il presidente di Angem.

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