Skip to main content

Osservazione e prudenza: dopo un 2023 altalenante, con un primo semestre positivo e un secondo segnato da cali nei consumi tra smart working e inflazione, il focus per il 2024 è capire quale struttura assumerà il settore del fuoricasa: è quanto sostiene il presidente di Ubri, Vincenzo Ferrieri, che anticipa temi e trend del food retail in Italia per il nuovo anno.

Smart e south working ridefiniscono i modelli di business delle catene, con sfide ancora aperte su canoni e personale. Ferrieri analizza l’impatto dello smart working, prevedendo una progressiva evoluzione in direzione della settimana lavorativa più corta, accanto al south-working per i freelance che operano fuori città. Non a caso, i grandi centri urbani vedono già un calo nei consumi il giovedì, mentre il comparto affronta ancora le conseguenze dell’inflazione, che si ripercuote sulle occasioni di pranzi e cene fuori casa.

Il 2024 si prospetta come un “new normal” da affrontare, con le imprese del food retail che dovranno adattarsi a lavorare 9 mesi su 12 e 3 giorni su 7. Ferrieri sottolinea l’opportunità di un weekend prolungato, durante il quale il fatturato raddoppia rispetto ai giorni feriali.

Le sfide principali rimangono canoni e personale, con una crescita dei fatturati più contenuta rispetto agli anni pre-Covid. Gli investimenti si concentrano su aziende eccellenti e sostenibili nel tempo. Nel contesto immobiliare, i canoni crescono, ma gli immobili rimangono vuoti, richiedendo dialogo e convergenza con i landlord.

Il problema del personale persiste, e la soluzione non può che passare per la formazione, il maggior coinvolgimento delle persone e la trasmissione di valori. In attesa di una revisione del contratto nazionale e degli sgravi fiscali per abbassare il costo del lavoro.

Lo sviluppo del settore si orienta verso formati fast casual, capaci di sfruttare la verticalità della proposta per sviluppare il business in-store e tramite il food delivery. Il segmento travel, con aeroporti e stazioni ferroviarie, diventa centrale, con grandi player alla ricerca di nuovi brand di eccellenza. Si punta anche ai centri urbani secondari, come Brescia, Bergamo, Cagliari o Pavia. A livello internazionale, il cibo italiano ha un indubbio vantaggio, con alcune città europee che tornano ad essere interessanti mentre calano i paesi del Medio Oriente.

css.php