Si chiama UBRI, Unione Brand Ristorazione Italiana, ed è nata ieri per iniziativa dei massimi responsabili di 11 catene attive nel mondo della ristorazione.
Si tratta della prima forma di collaborazione tra aziende concorrenti sviluppate sul concetto di brand da sviluppare a catena e non sulla semplice volontà imprenditoriale di aprire il “proprio” ristorante. Una forma di ristorazione replicabile e replicata che non nasce ora ma che negli ultimi anni ha avuto un prodigioso sviluppo, spinta dalla progressione continua del foodservice moderno, la cui evoluzione è sotto gli occhi di tutti e ha trasformato il panorama del commercio, con la ristorazione a fare da volano, da àncora, da protagonista nei centri città, nelle moderne food court e poi nelle food hall in mall e (persino) in outlet, nei luoghi di viaggio (stazioni, aeroporti, aree di sosta) e, in generale, in tutti i contesti caratterizzati da grossi flussi di passaggio.
Direttivo e obiettivi
A dar vita all’iniziativa sono dunque imprenditori che “ragionano” in termini di marchio, e quindi necessariamente con prospettive di lungo raggio, replicabili e con un impatto significativo sull’occupazione e sul sistema di fornitori, real estate e indotto.
Da tempo si frequentano condividendo, assieme al senso costruttivo della competizione sul mercato, idee, opportunità e problemi. L’ultimo dei quali, l’emergenza covid-19, inimmaginabile negli effetti che avrebbe provocato sino a pochi mesi fa, ha spinto alla creazione di punto di incontro, analisi, discussione e azione più strutturato, riservato esclusivamente al founder/ceo delle rispettive aziende, coinvolti in prima persona.
Sono 11 i manager del Direttivo, in rappresentanza di altrettanti brand: Vincenzo Ferrieri di Cioccolati Italiani designato presidente di UBRI, Antonio Civita di Panino Giusto che sarà vicepresidente, Danilo Gasparrini di Bun in veste di segretario generale, Lorenzo Vinazzani de La Piadineria con delega a Legal & finance, Tunde Pecsvari di Macha Cafè con delega a Rapporti con la stampa, Pr ed eventi, Maria Luisa Castiglioni di Panini Durini con delega a Risorse Umane, e-learning e formazione, Nico Grammauta di Bowls & More con delega ad amministrazione, controllo di gestione e rapporto con associati, Giovanni Grossi di Lievità con delega a Operation, people & safety, Fabio Ionà di Baunilla con delega a Acquisti food e non food, Matteo Pichi di Poke House con delega a Delivery e Domingo Iudice di Pescaria con delega a Marketing e comunicazione.
Nel loro insieme, queste catene sviluppano un fatturato che nel 2009 ha raggiunto quota 200 milioni di euro, generato in 400 locali, di cui 30 all’estero, e danno lavoro a 3.300 dipendenti. Le prospettive 2020, precedenti all’attuale situazione di emergenza, stimavano un’ipotesi di fatturato complessivo di 250 milioni, per 470 locali (40 all’estero) e 4.000 collaboratori.
L’associazione nasce con lo scopo di favorire il confronto continuo su più tavoli già operativi su tematiche strategiche quali: digital innovation, acquisti, sviluppo, personale e formazione, operations, internazionalizzazione, location, legal e finance, rapporti istituzionali, marketing. Attraverso la condivisione dei rispettivi know how, i soci di UBRI mirano a rendere più efficienti i propri modelli di business e ad affrontare assieme la sfida nazionale e internazionale.
UBRI ha già raccolto 50 richieste di associazione e rimane aperta all’adesione di tutti i brand di ristorazione a catena che rispondano ai criteri di selezione evidenziati nel Manifesto dell’Associazione.
Le 15 proposte urgenti al Governo
Chiamata dalla contingenza a esprimersi sulla Fase2 dell’emergenza, appena iniziata, UBRI ha stilato un documento di misure operative imprescindibili, articolato in 15 punti, che verrà proposto al Governo, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico. Se infatti questo gruppo di imprenditori, in senso anche esemplare di tutta la categoria, ha sviluppato con le proprie forze un patrimonio condiviso con tutto l’indotto generato, oggi, in queste condizioni eccezionali, ha la necessità di essere tutelato da una “forza maggiore”.
Ecco le 15 richieste di UBRI suddivise in 5 voci:
TRIBUTI
- Cancellazione delle imposte nazionali e locali pertinenti. A titolo esemplificativo Cosap, Tari, Imu, Ica.
- Rateizzazione senza interessi delle imposte IRES-IRAP previste a giugno.
- Ammortizzazione delle note di accesso al credito (decreto liquidità) e possibilità di misure di sostegno a fondo perduto per le chiusure di marzo e aprile 2020 attravero il riconoscimento di una quota da calcolarsi sul fatturato N-1.
PERSONALE
- Proroga ammortizzatori sociali – cassa in deroga e Fis fino al 31/12/2020.
- Detassazione degli oneri contributivi e assistenziali per i lavoratori in attività, fino al 31/12/2020.
- Detrazione totale di tutte le spese sostenute a supporto delle misure restrittive e dell’acquisto di DPI (oggi 50% con limite massimo 20K).
- Strumenti a supporto del lavoro temporaneo per 24 mesi (voucher).
LOCAZIONI
- Estensione del credito di imposta del 60% alle locazioni degli immobili commerciali con classificazione catastale diversa da C/1.
- Estensione del credito di imposta del 60% agli affitti di ramo d’azienda.
- Intervento finalizzato a regolamentare l’ipotesi di un canone in percentuale variabile sul fatturato sviluppato.
AGEVOLAZIONI SULLE VENDITE
- Abbattimento delle commissioni riconosciute agli operatori di Delivery attivi.
- Sul territorio nazionale, attraverso intervento governativo di sgravio fiscale.
- Riduzione commissioni riconosciute per la gestione dei ticket restaurant attraverso intervento governativo.
VARIE
- Credito di imposta per utenze relative ad attività commerciali.
- Proroga sospensione dei leasing, mutui e noleggi operativi fino al 31/12/2020 con recupero delle mensilità in coda al termine di estinzione.
- Contributi a fondo perduto a supporto implementazioni strumenti digitali per le piattaforme e-commerce ed eventuali progetti di gestione diretta del delivery.